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Alla prima fermata possibile.

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Penso che sognare non costi nulla, sperare, che le cose belle accadano,

che ci raggiungano, come i raggi del sole, che attraversano ogni giorno, lo spazio sconfinato, soltanto per riscaldarci la pelle ed il cuore.

Ma illudersi troppo fa male.

Come quando, ci rendiamo conto che il nostro treno non è mai passato,

e noi siamo ormai invecchiati, nelle nostre solitarie stazioni.

Ogni giorno, abbiamo scrutato speranzosi l’orizzonte, finché ormai rassegnati e stanchi abbiamo smesso per sempre di aspettare questo nostro treno, ed con nostre pesanti valigie piene di sogni e speranze, ci dirigiamo sconsolati una volta per sempre, verso l’uscita.

Illudersi, come me, che ogni mattina il prefisso di Milano, sulle chiamate del mio telefono, non fosse sempre, di quelle odiose compagnie telefoniche, del gas, della corrente, in cerca di qualche fortunoso e vantaggioso contratto, da far firmare a qualche incauto cliente.

Ma della Sony, dell’ Universal, della Warner, le tante etichette a cui ho inviato i miei sogni in busta chiusa, con posta raccomandata e ricevuta di ritorno.

Che i numeri sconosciuti, non siano i soliti clienti della mia azienda,

Ma A&R, produttori musicali, discografici, in grado d’incendiarti il volto e la vita,

di speranza e felicità.

Un rogo immenso, che bruci tutte le sterpaglie ed i rovi, nei quali sono rimasto imprigionato, incagliato, da decenni, per farmi rifiorire, a nuova vita.

L’illusione è senza dubbio il mostro più crudele, perché si ciba fin da quando siamo bambini, delle nostre speranze, dei nostri anni più belli.

Ci lascia inseguire ardentemente mete irraggiungibili, facendoci dimenticare tutto il resto,

per poi lasciarci infine, magri e vecchi, senza qualcuno che ci aspetti, e senza una casa dove poterci riposare,

perché il controllore della stazione, ha già chiamato un taxi,

che ci lascerà, scocciato e brontolante,

alla prima fermata possibile.