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Analfabeta, di emozioni.

La guardavo mentre si dava da fare, tra fondotinta, trucchi, smalti,
non si piaceva mai.
Ore ed ore per scegliere un vestito, un paio di scarpe adatte.

Stanco, gli afferrai il braccio e gli dissi:
” per chi ti fai bella ? per gli altri ?
Tutte stronzate, fatti bella per te stessa,
per quelli la fuori sei una come tante,
da ammirare con la bocca aperta
E poi ?
Il Cuore dove lo metti ?
Lo stai coprendo sempre di più, non vedi ?

Mi rispose sbuffando: “stai zitto non capisci nulla”

Ed io forse non capivo davvero nulla,
ma avrei preferito che la gente non la fischiasse per strada come fosse un cane,
non la ammirasse come una vetrina addobbata di cose,
per poi andarsene senza comprare nulla.

Io volevo che le guardassero il cuore,
che batteva all’impazzata sotto il seno scoperto,
che parlasse, che si esprimesse per lei.

E come ogni buon amico, sarei poi, corso in suo soccorso,
ubriaca non solo di complimenti,
con il trucco sbavato, ed il mascara sciolto dalle lacrime,
che, come gocce di petrolio inondavano le sue bianche guance;

Ed sopratutto avrei rassicurato il suo stanco ed maltrattato cuore,
perché io conoscevo la sua lingua,
ma lei no,
era analfabeta, di emozioni.