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Avevo conquistato, con i miei pensieri, il più bel essere dell’universo.

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Le avevo provate praticamente tutte, e la mia ultima, speranza per trovare un’amore era quella di rivolgermi alle lontane stelle.

Ma, non aspettando una cometa,alla quale donare, con premurosa speranza il mio desiderio, lo avevo già fatto milioni di volte, senza nessun risultato, ma rivolgermi direttamente a qualche lontana navicella spaziale di passaggio.

E mentre fantasticavo su tutto questo,una luce accecante illuminò come fosse giorno, la mia vecchia macchina ed me, parcheggiati, come spesso mi capitava, a scrivere, sulle sponde di un grande, di montagna, lago.

Mi davo dei pizzicotti sul viso, sto sognando mi dicevo, non è possibile, invece era proprio un’astronave, quella delle mie eterne suppliche, forse telepaticamente, sicuramente, aveva ricevuto il mio d’amore, messaggio.

Nell’immaginario collettivo, gli alieni sono sempre stati dipinti come voraci distruttori di mondi, omini piccoli e verdi, oppure mostri alti e pericolosi con acido solforico al posto del sangue, e questo mi terrorizzava non poco, mentre da quella che sembrava una porta, si apprestava a scendere il suo misterioso passeggero.

Pensavo, non ha fatto milioni di chilometri nello spazio, per venire ora a darmi battaglia,e poi perchè, su sette miliardi di umani, solo e proprio me ?

Mentre pensavo senza sosta, a tutto questo, lei, mi era giunta di fronte, ed non era nessun mostro orrendo, oppure un piccolo omino brutto e grigio, ma una bellissima e affascinante, aliena.

I suoi occhi erano brillanti, come mille luci led accese contemporaneamente, il suo viso candido e soave, ed il suo corpo, una cattedrale di eterna bellezza.

Forse era un esperimento di qualche razza sconosciuta, un ibrido nato in qualche buio e nascosto laboratorio, ma era, per me, lo stesso, meravigliosa.

Mi si avvicino dolcemente e mi sussurrò : Ho ascoltato le tue infinite preghiere, e sono qui per esaudirle, tutte.

Non mi diede il tempo di rispondere, che si tolse quelli che sembravano veli, e mi diede un romantico e sensuale bacio, alieno.

Passammo tutta, la lunga notte, a fare l’amore nella mia scassata auto.

Mi sembrava tutto un sogno, e forse lo era, ma era lo stesso stupendo.

Una notte di infinito piacere ci stava lasciando, ed alle prime luci dell’alba, lei si rivesti, di quei suoi infiniti e colorati veli, che fluttuavano dolcemente , come per magia, nell’aria.

E prima di abbandonarmi mi disse :

spero di averti reso felice, perchè io lo sono.

Volevo a tutti andarmene insieme a lei nello spazio sconfinato;

Le corsi velocemente incontro, mentre si allontanava, ma uno scudo magnetico, come un solido muro, mi respinse con tanta forza che caddi a terra, confuso e dolorante.

Non potei fare altro che vederla tristemente, per me, allontanarsi di nuovo tra le milioni di stelle.

E dopo un po’, la sveglia chiassosa e puntuale, sul mio comodino, mi confermò che era stato soltanto un bellissimo sogno, anche se più reale ed intenso del solito.

E mentre allo specchio asciugavo i miei tanti pensieri, toccandomi la fronte, notai che era estremamente rossa e dolorante;

Un brivido mi attraversò la schiena, ma non feci in tempo a pensare a nulla, che il mio taxi era già squillante e pronto, per portarmi in un’altra infinita e noiosa giornata di lavoro.

Avrei potuto raccontare ai miei colleghi, che finalmente avevo anch’io avuto, come tutti loro, una storia d’amore, si, ma con un’affascinante e sensuale, aliena, giunta soltanto ed esclusivamente per me, da chissà quale lontana galassia o sistema solare.

Mentre le terrestri categoricamente mi ignoravano, avevo conquistato con i miei pensieri, il più bel essere dell’universo.

Li avrei soltanto fatti ridere, e forse quella fronte, rossa e dolorante, non era la conseguenza di nessun scudo magnetico, ma soltanto opera di quel mio scomodo vecchio e traballante letto;

Ma questo non potrò, ahimè purtroppo, e in nessun modo, forse, mai, scoprirlo.