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Curva

  • di

Un sabato sera come tanti

di quelli che non vuoi pensare a niente
che ti faccia stare male.
Allora te ne stai per i fatti tuoi, e pensi ad altro.
Niente musica nell’auto, troppi ricordi nelle canzoni,
ma solo il rumore del vento caldo di luglio che sbatte sul finestrino.
Stasera sono forte, nulla mi può scalfire,
guardo con l’indifferenza di chi non gliene frega nulla,
i tanti ragazzi e ragazze che affollano le strade,
gli ingressi dei bar.
Un ubriacone mi lancia un urlo ed un’occhiataccia,
per attaccare briga forse,
ma stasera sono indistruttibile.
Penso ad altro, agli obiettivi da raggiungere, si, sono forte.
Ma all’ultima curva, all’ultima dannata curva di questo mio immenso giro
perché, dovevi esserci tu ?
Giro di scatto lo sguardo, mentre svolto velocemente per non guardarti negli occhi,
ma il mio cuore, quello non riesco a farlo girare,
lui ti vede benissimo.
Cavolo urlo, cavolo impreco,
sbattendo violentemente le mani sul volante,
30 km ed all’ultima dannata curva c’eri tu li ad aspettarmi ?
Destino crudele, non ha voluto che rincasassi felice come lo ero prima di quella stramaledetta curva.
Non mi ha scalfito nulla, non gli sguardi d’indifferenza,
non la faccia minacciosa di quell ubriacone in cerca di rissa,
avrei potuto affrontare tutto stasera,
ma non avevo messo in conto l’unica cosa che mi avrebbe potuto colpire e rendere inerme, tu.
E mentre ora sto scrivendo queste righe
guardo la tua foto, una foto di noi.
Mentre stringevi a te quel pupazzetto vinto al luna park,
quanti soldi mi feci spendere per averlo,
lo sai che non sono mai stato bravo con quei stupidi giochi, ma tu lo volevi e basta,
e te lo vinsi quel pupazzetto.
Mentre continuo ad imprecare.
Non potevi essere altrove stasera ?
Invece che in quella dannata e miserabile ultima curva.