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Il mio cuore, nonostante tutto, lo sento, è sempre dannatamente, felice.

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In 22 anni, dal lontano 1999, da quando mi sono innamorato della musica, non ho mai guadagnato un euro.

Non mi sono arricchito, nemmeno di un centesimo, anzi, ne avrò sicuramente spesi migliaia, ogni volta ne era possibile.

Dalla prima chitarra, una classica in condizioni davvero pietose, pagata appena 15 mila lire, ad una miriade di elettriche, e poi acustiche, silent guitar, ogni novità doveva essere mia.

Decine di amplificatori e poi come benzina, la passione, tutti gli altri strumenti;

Il basso, poi la batteria, fino ad arrivare al pianoforte.

E poi un’estate passata a fotocopiare progetti, in uno studio di un geometra della zona , ed altre decine di lavoretti, soltanto per poter studiare con i migliori maestri della zona, oppure spostarmi ovunque loro si trovassero.

Perché solo studiando coni migliori, si può davvero attingere nel loro talento, e crescere sul serio.

Ed ancora, svegliarsi alle quattro del mattino, un’ora di macchina, due e mezzo di treno, per studiare al Saint Louise college of music di Roma, il migliore in circolazione all’epoca.

Avevo strumento alle otto e mezza, e più di una volta mi sono trovato in largo anticipo ad aspettare il mio maestro, che se la prendeva con calma, arrivando puntualmente in ritardo;

Quanto avrei davvero voluto fargli fare tutta la mia strada, per vedere poi, come si sarebbe comportato.

Mi lamentai in segreteria ma fu inutile.

Dilapidati, in breve tempo, tutti i risparmi sul libretto postale, per quella costosa scuola, dove però ho imparato tantissimo, nonostante piccoli disguidi,

me ne tornai a casa mesto, i miei genitori non vollero finanziare i miei studi,

“Con la musica non si campa” le loro testuali parole,

ed avevano,nel mio caso, ragione.

E poi altre montagne di soldi, per altri maestri,

L’accademia di Sanremo, il primo Ep, di cui i negozianti a cui lo avevo affidato,per venderlo, si fregarono quasi tutti i magri guadagni, che non coprivano nemmeno il dieci per cento delle spese, ma era gia qualcosa, tranne un’onesta edicolante, che mi chiese persino una dedica,

“non si sa mai, poi diventi famoso”

Ed ancora altri, per migliorare lo studio di registrazione, schede audio, piatti per la batteria.

Tutto questo esercito di musica, poi svenduto durante i miei tour negli gli ospedali della zona, a lesti avvoltoi.

Ed ora di nuovo, a ricomprare quasi tutto da capo, al prezzo maggiorato, con gli Interessi, quelli della vita.

Il primo disco, il secondo, la pubblicità, sponsorizzazioni, interviste, recensioni, ricariche postepay, come le stelle, infinite.

Penso di essere in passivo di decine di migliaia di euro, ma nonostante tutto, continuo,

a credere in lei, come lei ha fatto, purtroppo senza risultato, in me.

E poi,con la musica non ci si arricchisce fuori, ma dentro;

Una ricchezza che non gonfia il conto corrente, ma l’anima, e

da un senso ai battiti del cuore.

E chi lo fa per i soldi, è tutto tranne che un suo amante, forse soltanto un abile parassita.

E fanculo se ho le scarpe vecchie e le tasche sempre vuote, ma almeno il mio cuore, nonostante tutto, lo sento, è sempre dannatamente, felice.