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L’ Abbraccio della terra.

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L’ Abbraccio della terra, è sempre stato rivolto a tutti, senza nessuna distinzione;

Di specie, di razza, di colore, la terra,ha abbracciato e abbraccia premurosamente, da miliardi anni, tutti i suoi abitanti.

Dalle prime piccole cellule, fino ad arrivare ai giorni nostri, all’ Homo “Sapiens”.

Ed i suoi abitanti, in armonia, hanno sempre vissuto, seguendo l’esempio, della loro grande madre.

Poi, qualcosa deve essere andato storto, il meccanismo deve essersi, come in un orologio guasto, inceppato,ed allora le prime guerre e discriminazioni.

Dall’età della pietra, per assicurarsi le terre migliori, fino allo “Spazio Vitale” che un pazzo, voleva ad ogni costo conquistare, per la sua per “razza pura” per eccellenza.

Poi, disboscamento indiscriminato, inquinamento perenne, riscaldamento globale, il suo abbraccio, non era più così stretto, e benvoluto, verso i suoi nuovi e distruttivi inquilini, secondo me.

Ma nonostante tutto, continua ad ospitarci, cullarci e proteggerci, ogni giorno, mentre fluttuiamo dolcemente, nell’ infinito spazio.

In cambio, non ha chiesto mai nulla, se non di rispettarci l’un l’altro, essere come fratelli, nonostante la specie, le differenze, i tanti colori.

Fino a poco tempo fa, per miliardi di anni,tutti i suoi abitanti lo avevano attuato e capito alla perfezione.

Potevi osservare, un pettirosso che sonnecchiava tranquillamente su un corno di rinoceronte, senza nessun timore;

L’istinto non è mai stato cattiveria, ma sopravvivenza.

Un leone, non ha mai ucciso, per il gusto, di provocare dolore, ma per la fame, per poter sopravvivere.

L’Homo Sapiens, che di ”Sapiens”, ha praticamente poco o nulla, invece,della cattiveria, del dolore, ha fatto il suo cavallo di battaglia, trasformando, il caldo e generoso abbraccio della sua madre, in un gelido abbraccio, mortale.

La terra, sempre più nera, di smog, gli oceani sempre più azzurri, di plastica, gli animali, per millenni liberi di correre, nei campi, nelle immense praterie, ovunque, sono ora carcerati, nelle vetrine, sui bancali dei mercati, nei freddi laboratori, venduti, come oggetti, al miglior offerente.

Cattiveria, che non ha risparmiato nemmeno i nostri simili, deportati, nei campi di concentramento, di smistamento, prigionieri ogni giorno, tra muri e confini.

Se fossi in lei, smetterei una volta per tutte di abbracciarci calorosamente, ed staccherei, senza minimamente esitare, la spina.

Invece, ad ogni sorgere del sole, e lì, nonostante tutto, sempre pronta a ha regalarci il suo più bello, grande, infinito e non meritato, per nulla al mondo, grande e premuroso, abbraccio.

Foto di Zali_Photo