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Penelope ad Ulisse.

  • di

Eravamo città e montagna.

Praticamente diversi, in tutto e per tutto.

Io odiavo uscire, lei amava le lunghe passeggiate.

Io amavo io sole, lei la pioggia.

Io il giorno, lei la notte.

Due così non si sarebbero mai potuti conoscere, frequentare, amare.

Invece, tutte queste diversità ci completavano.

Quando lei era fuori casa, per le sue lunghe ed sconfinate passeggiate,

io le preparavo con cura delle deliziose bontà, da servirle al suo ritorno.

Lei ogni notte invece, mentre io riposavo, mi aiutava con il lavoro incompiuto,

che mi portavo a casa, e la mattina le ero eternamente grato.

Tante altre mille diversità, che invece di dividerci, ci rendevano sempre più uniti.

Forse era destino, forse, perché ci conoscevamo fin da bambini,

ma penso che semplicemente, era perché ci amavamo,

di quell’amore che unisce ogni cosa.

Le rondini alla primavera, i fiumi al mare, Penelope ad Ulisse.

Ed ogni notte, lei immensa città, io maestosa montagna,

ci univamo stretti, nel più bello ed caloroso abbraccio,

che nessun altro al mondo potrà mai, lontanamente immaginare.