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Per poter finalmente, insieme al mio cuore, in cerca di emozioni, per sempre, partire.

Mi ero deciso nel farmi visitare, non ne potevo davvero più di quelle fitte allo stomaco, che mi tormentavano da mesi.

Più che fitte, erano dei vuoti d’aria, come quando ti lanci dalle montagne russe, rimani senza fiato, e senti quella sensazione che ti prende la pancia, una cosa del genere, ma volevo trovare una soluzione, e mi convinsi a passare l’intera mattinata, tra una sala d’ospedale e l’altra.

Giunto il mio turno mi accomodai sul lettino, risposi ad un breve questionario, dopodichè mi preparai ad essere esaminato da quella gigantesca ciambella;

Venti minuti lunghissimi, solo il rumore di quei macchinari ed il freddo sulla mia delicata pelle, finito l’esame volevo solo tornarmene a casa, finalmente poter mangiare qualcosa, e andarmene di nuovo a dormire, invece, mi fecero aspettare più del solito.

Qualcosa non era andato per il verso giusto, vedevo l’assistente del dottore che si sbracciava in continuazione, cercando di chiamare l’attenzione, come se avesse visto un fantasma, era sbiancato di botto, un po’ tutti mi sembravano impazziti con la mia radiografia in mano, la esaminavano come fosse la Sacra Sindone, soltanto io non ero a conoscenza del perchè di tutto quel trambusto.

Finalmente mi fecero alzare ed il dottore mi invito nel suo studio, non era per nulla una cosa positiva, ed già presagivo una cattiva notizia, di solito il referto mi veniva sempre dato dopo un paio di giorni, ma questa volta sembravano tutti dannatamente davvero fuori di testa.

Il dottore, un navigato medico sulla cinquantina, mi guardo dritto negli occhi, e prima che pronunciasse qualsiasi cosa, lo anticipai, chiedendogli : “Dottore, è grave ?”

Mi rispose, dipende, e subito dopo esclamò : “figliolo sei innamorato ?”

Non riuscivo a capire la domanda, in quel contesto poi, forse avevo sbagliato sicuramente a capire, ed ero ancora confuso da tutte quelle radiazioni, ma lui mi ripetè ad alta voce, la stessa per me senza senso domanda : ” figliolo allora, sei innamorato ?”

Certo che ero innamorato, erano decenni che volevo innamorarmi, ma non riuscivo mai ad farmi amare, da nessuna, ed allora , lui mi spiegò, mostrandomi un assurda radiografia, del mio addome, con tantissime farfalle al suo interno, che, erano rimaste lì intrappolate, da anni relegate, formando un esercito, una colonia, nel mio povero e dolorante stomaco, non riuscendo mai, ad oltrepassare, il mio solitario e triste cuore.

Pensavo che forse, quella mattina, avevano esagerato con i raggi X, oppure, ero, una ignara vittima di una stupida Candid Camera, e prima o poi mi sarebbe corso incontro qualcuno, con un grande cartello, che mi avrebbe rivelato, questo, di pessimo gusto, scherzo.

Ma non venne nessuno, e mi sembrava scortese, chiedergli, se si stava divertendo, a prendermi in giro, allora presi il referto e me ne ritornai a casa di corsa, pensai, che la cosa migliore da fare era non pensarci e tornarmene come prima, a dormire.

Mi erano già capitate cose strane nella mia vita, ero una calamita per le situazioni bizzarre, ma questa, senza dubbio, le superava davvero tutte.

Mi svegliai dopo molte ore, diedi da mangiare al gatto che miagolava in continuazione, mi stesi sul divano e decisi di guardarmi per la milionesima volta, il mio film preferito “Pulp Fiction” di Tarantino.

E prima che Jules facesse cadere la sua grandissima vendetta, sul povero Brett, un messaggio sul cellulare, “La sua visita è stata rimandata a dopodomani” allora era stato tutto un dannato seppur reale, sogno, e non ero impazzito da un momento all’altro, oppure vittima di qualche scherzo balordo.

Ero molto più spensierato, ma allo stesso tempo, ancora e più di prima innamorato, desideroso più di qualsiasi altra cosa di attenzioni, di mescolare con qualcuna di davvero speciale, le mie tante e sempre solitarie emozioni.

Quando mi presentai alla visita, quella vera, non c’era il primario di sempre, ma una stupenda dottoressa, la guardai quasi imbarazzato, da tanta incredibile bellezza, ed all’improvviso mentre delicatamente mi toccò con le sue delicate mani la pancia, per sentire qualcosa, io le sentii di nuovo tutte, quelle maledette farfalle, volare.

Ero di nuovo sulle montagne russe, il mio stomaco a fare surf, su un’onda maestosa in mezzo al mare, e forse, non era davvero niente di grave, ma ero solo tanto innamorato, e forse quello mio strano sogno, non era, così tanto sbagliato.

Dall’esame non risultò nulla, la dottoressa mi disse di rilassarmi, di non pensare a niente, e prima di salutarci mi sussurrò, delicatamente, “prenditi una vacanza, vai in riva al mare, e lasciati per una volta, davvero amare”

Non so se avevo sbagliato ancora una volta a capire, e non mi importava, le sorrisi, e preparai il giorno dopo i bagagli, per poter finalmente, insieme al mio cuore, in cerca di emozioni, per sempre, partire.