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Un canto liberatorio.

Certe volte, vorresti solo mandare tutti a quel paese.


Ipocriti, indifferenti, le brutte persone, che incontri sul tuo cammino,
ogni santo giorno.


Riservargli, lo stesso trattamento che hanno per te;
Ma, non sei come loro, e lo sai bene,
purtroppo non riesci, ad esserlo.


Ma, in certi momenti, vorresti davvero, urlare tutta la tua rabbia.


Come un canto liberatorio, di uccello in gabbia,
Straripare, come una diga, che cede all’improvviso;
Finalmente travolgere tutto, e tutti.


Ripagare, con la stessa moneta, chi da anni ti scambia soldi falsi.


Far assaporare, sulla loro lingua biforcuta,
l’amaro veleno, del crudo frutto della cattiveria.


E sottovoce, infine sussurrargli :

“hey amico/a ascoltami, è quella, la strada che devi prendere.”