Vai al contenuto

Un Serial Killer, di emozioni.

  • di

Erano passati già parecchi anni,
da quando mi ero trasferito, in questa enorme, città metropolitana.
Inizialmente, non era stato per nulla facile;


Passare, da appena un centinaio di abitanti,
del mio piccolo villaggio, alle milioni di persone, praticamente così, all’improvviso,
ma pian piano mi ci abituai.


Non avevo la tranquillità, che si respira nei piccoli borghi di provincia, ma d’altro canto, avevo praticamente tutto.


Quella città, possedeva le risposte, a tutte le mie domande.


Non c’era giorno che non imparassi qualcosa di nuovo, oppure mi imbattessi,
in qualche interessante personaggio.


Ed era quello di cui io avevo terribilmente bisogno, dopo una vita, passata praticamente in Stand-by, sulle mie solitarie montagne.


L’unica cosa negativa era,
che ogni tanto qualcuno, svalvolava di brutto.
Forse il troppo caos,
l’inquinamento, non ne ho idea,
ma ogni tanto c’era qualche pazzo in giro,
che terrorizzava tutti.


Ce n’erano già stati, un paio, in questi anni,
in quella grande città;


Li chiamavano, serial killer, ma per me,
erano soltanto delle persone represse,
da rinchiudere il prima possibile.


Io fortunatamente, non ero mai stato nelle categorie a rischio, scelte da questi bizzarri maniaci, e mi limitavo a leggere, senza nessun timore i giornali, oppure seguirne tranquillamente, come una Fiction,
gli sviluppi in TV.


Finché, un bel giorno non se n’è presentò,
uno davvero particolare, di questi pazzi individui, che mi fece sobbalzare dal letto.


Non adescava giovani donne, per poi farle a pezzi, oppure, riversava la sua furia omicida, contro romantiche coppiette,
che si appartavano, in luoghi bui,
per consumare in tranquillità tutta la loro passione ed il loro amore,
ma le sue vittime erano, i maschi adulti,
senza una donna …


Non so che problema avesse avuto da piccolo, questo assurdo personaggio,
ma la cosa mi spaventò non poco.


Mi spaventò, perché io, non avevo mai avuto una donna, nella mia vita, e non avevo nessuna intenzione di averne, neanche in futuro;


Stavo benissimo così, con il mio gatto che mi faceva compagnia, i miei scritti, il mio lavoro,
e la credenza sempre piena di bollette da pagare.


Ero già incasinato così, da solo, che era meglio non farlo in due, mi ripetevo quasi sempre.


Pensavo, che prima o poi l’avrebbero catturato, quest’altro premio nobel d’intelligenza,
ma quando la situazione sfuggi sotto il controllo di tutte le autorità competenti,
con decine di casi accertati, cominciai ad avere davvero paura, anch’io.


Tutti i miei amici, anche quelli più disperati,
si erano dati da fare, nel cercare una donna,
dovunque e chiunque, non facendo nessuna distinzione.


Cominciai a vederli, che giravano mano nella mano, ogni santo giorno, con la loro dolce metà, quando in tutta la loro vita, non avevano visto, come me d’altronde, mezzo seno nudo.


Non mi spiegavo minimamente, come questo killer facesse, a sapere, chi fosse single oppure impegnato, una persona poteva anche avere una storia a distanza oppure una ragazza altrove, sta di fatto che non volevo lasciare per nessuno motivo, quella città, mi trovavo bene in quel posto, decisi così di prendere delle precauzioni;


Quando uscivo, lo facevo sempre con una grande bomboletta di spray urticante,
che avevo comprato in offerta a 39,90 più la custodia in pelle in omaggio, in una di quelle televendite promozionali, durante le mie notti insonni davanti alla TV.


Mi tranquillizzava un po’, ma quando rincasavo lo facevo sempre con un brivido sulla schiena,
che, come i gatti si rizzava, al minimo ed impercettibile rumore.


Anche quella sera, un sabato sera incredibilmente ventoso e piovoso,
stavo rincasando, finalmente, dopo una lunga
ed impegnativa giornata di lavoro,
che a tutto stavo pensando, tranne che a quel Serial killer psicopatico, ma, mi immaginavo già nel letto, al caldo, con il mio gatto accanto, ad consolarmi dopo quella faticosa giornata, quando all’improvviso, appena svoltai nel lungo vicolo, che mi avrebbe portato nella mia abitazione, percepii uno strano e sinistro rumore.


Qualcuno mi stava seguendo, ne ero certo,
ed allora come non mai, ritornai improvvisamente alla vita reale;


Se prima ero sonnecchiante e sognante,
ora mancava poco che i miei occhi, schizzassero fuori dalle orbite,
il cuore era in quinta, alla massima velocità, come un gran premio di F1 all’ultimo giro,
presi di scatto la bomboletta e come una spada l’impugnai veloce, davanti a me.


Mi trovavo in un minuscolo vicolo cieco,
senza nessuna illuminazione,
non potevo nemmeno urlare perché non mi avrebbe sentito nessuno,
il mio quartiere era mezzo vuoto da un bel po’;


Frequenti allagamenti, avevano costretto tutti a cambiare casa, mentre io, pensavo, meglio così, mi sarei risparmiato di lavare il pavimento.


I passi, intanto, si facevano sempre più vicini e rumorosi, ma in tutto quel maledetto buio non vedevo nulla, ma sapevo che ahimè,
stava giungendo, la mia triste fine.


Negli ultimi secondi che mi restavano di vita, pensavo, perché, maledizione, non avevo fatto come i miei amici, ed non mi ero iscritto ad uno di quelle centinaia di siti, che pullulavano in rete, soddisfatti o rimborsati, che mi avrebbero permesso di conoscere qualcuna,
non era nemmeno un brutto ragazzo,
ci avrei messo sicuramente poco, come loro,
a sistemarmi.


E mentre rimpiangevo tutto questo,
mi feci il segno della croce, perché ormai lo sentivo, era li dietro, alle mie spalle.
Potevo sentire il suo caldo respiro sul mio freddo e bagnato collo;


A questo punto non avevo più nemmeno tanta paura, speravo soltanto, che non mi avesse fatto soffrire, più di tanto.


Mi Immobilizzai all’istante, lasciai cadere,
in segno di sconfitta, la grande bomboletta spray, e chiusi gli occhi, sapendo che non li avrei riaperti mai più.


Come ultimo gesto, mi inginocchiai,
come a chiedere miseramente perdono,
per tutti i miei peccati, commessi nella mia breve vita terrena.


Quando mi aspettavo ormai di essere sopraffatto, con un coltello, un grosso fendente, invece sentii soltanto una voce, ferma ed autoritaria che mi esclamò:


“Giovanotto, ma cosa fa, ?
Perché è in ginocchio ?
Volevo soltanto restituirle il portafoglio,
l’è caduto appena e sceso dalla macchina
e questo, vero ?”


Non gli feci nemmeno finire la frase, che scoppiai a piangere.


Quel tizio, pensò sicuramente,che mi mancasse più di qualche rotella,
mi lasciò di fianco il portafoglio, e se ne andò borbottando.


Non sapeva per nulla, che mi aveva fatto rinascere, di nuovo, quella buia e fredda notte.


Lo considerai un segno del destino,
ed i giorni successivi mi impegnai non poco nel conoscere qualche bella donna, e nel giro di poco, feci innamorare con le mie storie, una bellissima ragazza, che gestiva, con immensa passione, la biblioteca della mia zona, dove passavo spesso e volentieri, tutti i miei giorni liberi.


E con il tempo, anch’io mi innamorai di lei, perdutamente, come l’isola di Jurassic Park.
Intanto, quel pazzo dopo un po’ di tempo,
fu preso, e rinchiuso in una cella di massima sicurezza;


Non racconto mai il movente di tutti i suoi delitti, aveva forse scelto a caso, chi lo sa,
cosa gli sarà passato, per quella sua strana e confusa testa.


Sta di fatto che ci volle, un Serial killer per farmi cambiare idea, sull’amore;
Un temibile Serial Killer, per farmi svestire,
della mia impenetrabile corazza,
e permettere al mio cuore, di farmi così finalmente innamorare.


Quando la mia, ormai sposa da anni, mi chiede, insistentemente, soprattutto nel giorno di San Valentino, cosa mi abbia spinto a chiederle di uscire, cosa mi abbia fatto innamorare di lei,
cerco di trattenere a fatica il sorriso.


Con la faccia più seria possibile, gli dico sempre, che sono stato catturato dai suoi magnifici occhi azzurri, dalla sua soave e melodiosa voce, dal suo semplice e stupendo carattere, perché non posso raccontargli questa degna di un romanzo, ed assurda solo da immaginare, incredibile e fantastica,
storia, d’amore.